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UMANESIMO
CRISTIANO

Declinare i Valori Cristiani nella Società Aperta

RENDERE EFFICIENTE LA SANITA’ E’ UN DOVERE ETICO

RENDERE EFFICIENTE LA SANITA’ E’ UN DOVERE ETICO

La Sanità Italiana sta vivendo un momento di particolare criticità, viene segnalato da più parti, ma basterebbe vedere quali sono le liste di attesa nel Pubblico per le analisi strumentali o per le visite specialistiche, per averne una ovvia conferma. La media per ottenere una qualunque prestazione è un anno!
L’accesso alle prestazioni di qualunque tipo è diventato più complicato e sicuramente si può affermare che questo peggioramento è diventato più evidente e stabile nel dopo COVID.

Perché è successo? Cosa è cambiato o sta cambiando in peggio? Cosa si deve fare per una inversione di tendenza? Perché una delle migliori sanità del mondo, quella italiana, è collassata?

Le motivazioni sono molteplici. Intanto anche se questo è più evidente in altri settori della pubblica amministrazione, tra smart working e difficoltà d’accesso al pubblico non sempre motivate si sono create delle ulteriori barriere e limitazioni di accesso non sempre razionali o razionalizzate.

In medicina ha iniziato un suo faticoso ma inevitabile percorso la TELEMEDICINA, ma senza una vera organizzazione strutturata a livello centrale, per cui viene svolta dai singoli sanitari in rari momenti della settimana sottratti alle altre attività o, peggio ancora, in periodi che vanno spesso ad aggiungersi a quelli già lunghi del lavoro e finiscono con accavallarsi anche a prescrizioni ed alle consulenze via mail. Ma tutto ciò diciamo che può essere un fisiologico avvicinamento alla Medicina Digitale.

Un esempio emblematico è quello dell’evoluzione (involuzione?) delle prestazioni dei Medici di Medicina Generale (MGM). I medici di base ormai passano buona parte del loro tempo lavorativo a scrivere ricette e trascrizioni di prestazioni specialistiche richieste da altri, abdicando spesso e volentieri al loro ruolo.

Non riescono a seguire i pazienti. Le ore di presenza in ambulatorio non sono sufficienti a seguire tutti gli assistiti che spesso quasi neanche sono conosciuti (dal punto di vista sanitario anamnestico). Ovviamente non si può generalizzare ma aver assegnato un ruolo quasi esclusivamente burocratico a quella che era la forte rete della medicina “porta a porta”, della medicina “umanizzata”, della medicina empatica e di prossimità, rafforza nel paziente la sensazione di essere stato abbandonato dalla Medicina “di fiducia”.

E ancora negli ultimi anni, che sono al solito coincisi col Covid, è andata in pensione una intera generazione di medici, quelli che hanno iniziato a lavorare negli anni sessanta/settanta, quasi tutti per raggiunti limiti di età ma altri, anche cogliendo la caotica situazione in essere, anticipando il pensionamento. Ci sono state nuove assunzioni ma non bisogna dimenticare che per molti anni invece avevamo avuto un blocco delle assunzioni medesime per vari motivi tra cui quello delle sanità regionali con la necessità di rientro e/o commissariate. Quindi sono entrati in servizio molti “giovani” senza che vi sia stato un vero passaggio di testimone con una formazione a 360 gradi alle varie criticità di ogni servizio, criticità non solo legate a protocolli o a linee guida!

Ma non si possono certo minimizzare i danni che ha portato la pandemia del Covid. In questi giorni sono usciti i dati sui numeri dell’incremento del numero dei nuovi diabetici nel periodo post covid. Si parla di 400.000 nuove diagnosi con un incremento del 14 % rispetto alla media dell’ultimo decennio. Ovviamente ci sono delle responsabilità dovute alla minore attività fisica ed all’alimentazione, ma anche alle problematiche di minori accessi al sistema Nazionale. E questa è solo una delle patologie Croniche!

Sono tutti argomenti questi su cui torneremo.
Per concludere, senz’altro servono nuove risorse per la Sanità ma anche una importante attenzione alla parte di humanitas della professione medica, sulla quale in futuro bisognerà tornare a lavorare per far sì che non resti solo ed esclusivamente preponderante la preparazione tecnologica o quella , peggio ancora, a distanza che non può che aumentare il rischio di burn out nell’operatore della Sanità e di collasso (anche economico) dell’intero Settore.
L’attenzione al sofferente è il primo segno distintivo del Cristiano.
Collaborare per una sanità più efficiente, prima che un dovere civico, è un dovere etico di tutti.

Prof. Dott. RENATO GIORDANO
UOC Diabetologia e Dietologia ASLROMA1,
Docente Masters Università di Tor Vergata,
Presidente della Società Italiana di Medicina Narrativa e Teatrale SIMT

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