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UMANESIMO
CRISTIANO

Declinare i Valori Cristiani nella Società Aperta

ELEZIONI POLITICHE 2022: UN MOMENTO DI RIFLESSIONE

ELEZIONI POLITICHE 2022: UN MOMENTO DI RIFLESSIONE

Le elezioni politiche costituiscono sempre un momento di riflessione e, in parte, di autocoscienza per i cristiani.
Essi vivono “nel mondo” ma non sono “del mondo” e per tale motivo da un lato sono cittadini come gli altri e come gli altri “Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi.” (cioè le superano ndr.). (Epistola a Diogeneto) e contribuiscono alla vita pubblica, operando nella società, Dall’altro vivono la loro vita con Fede e con occhio alla città celeste. Emerge così la doppia appartenenza dei cristiani nel mondo: non riconoscono, al mondo, il diritto di dettare le regole del loro Fine ultimo nella vita e dopo la morte, tuttavia, non si distaccano da esso e non lo disprezzano
o ignorano, ma anzi cercano di collaborare con tutti a costruire la città terrena. Perché in verità, mentre le dottrine e le filosofie del mondo in ogni ambito, etico, morale, sociale, economico etc., sono “invenzioni degli uomini in seguito a riflessione e
ricerca di uomini che amavano le novità” (ibidem), viceversa i cristiani non si appoggiano su un sistema filosofico umano. In altri termini, non è dalle dottrine e filosofie del mondo che i cristiani traggono la Verità, ma dalla parola di Dio. Essi vivono così il paradosso
dell’appartenenza congiunta alla città del mondo e alla città celeste, “distinte ma non separate” diceva Maritain.
Proviamo ad applicare questi concetti al momento delle scelte elettorali. Prima di tutto, emerge dalla tradizione ecclesiale rappresentata in questa epistola
che partecipare alla vita pubblica, nella specie andare a votare, è un preciso dovere del cristiano nel mondo.
Nel merito, essendo nel mondo partecipiamo alle sue problematiche e vogliamo l’instaurarsi di una società migliore che sia possibilmente sempre più ispirata dalla Verità. Per perseguire questo obbiettivo viviamo l’appartenenza congiunta alla città del mondo e alla città celeste scegliendo, quanto alla prima, strumenti sociali, giuridici ed organizzativi che ci sembrano i più idonei allo scopo, e dunque scegliamo questo o quel partito che ci propone l’una o l’altra ricetta sociale, perché agiamo da uomini nel mondo e ragioniamo con le categorie del mondo. Ma al contempo viviamo l’appartenenza alla città celeste attraverso l’adesione ai Valori e Principi della nostra fede che quindi costituiscono le categorie per giudicare e sottoporre a critica proprio quelle filosofie. 
Il Vangelo non è un trattato di economia o di diritto da sbandierare per convincere gli altri a votare l’uno o l’altro, né un testo di sociologia dedicato alle diverse fasce di popolazione: i ricchi, i poveri etc., esso è però l’annuncio della Verità ed è alla sua luce che scegliamo le filosofie degli uomini che, nel mondo, sembrino più utili ad inverare questi Valori e Principi. Le soluzioni economiche, giuridiche, sociali ai problemi della società, così come gli
strumenti per affermare nel mondo i Valori e i Principi della nostra Fede, possono essere molti e anche contrastanti. Solo la Storia ci dirà a posteriori se le scelte siano state efficaci. Per ora non ci resta che scegliere, ponendoci delle domane per orientare la nostra stessa scelta.
La domanda iniziale che ci dobbiamo porre, allora, non è quale tra i diversi programmi sia più vicina ad un modello astratto di società che sarebbe conforme al Vangelo. La Parola di Dio non illustra modelli sociali giusti o sbagliati, né si occupa degli uomini ina funzione della categoria sociale cui appartengono (i poveri, i ricchi, i giusti, i peccatori), essa si occupa delle Persone, della loro dignità e del loro Valore intrinseco in quanto figli di Dio e da Lui amati.
Dunque la domanda giusta è: nei programmi elettorali dei Partiti questi Valori e questi Principi sono rispettati? Non solo dagli strumenti proposti, ma soprattutto nei fini politici perseguiti?
Prima ancora di discettare se siano corretti o utili lo scostamento di bilancio o l’abrogazione del reddito di cittadinanza, dobbiamo chiederci quale sia la posizione dei singoli programmi di governo in relazione ai Valori fondamentali e ai Principi della nostra dottrina?
Molti sono gli ambiti in cui possiamo e dobbiamo interrogarci.

  • Quale sia la composizione e il ruolo della famiglia, iniziando dall’istituto del matrimonio, continuando con il ruolo delle figure genitoriali e la loro interazione con i figli e la distinzione irrinunciabile tra i compiti e la essenza della famiglia e la funzione puramente strumentale della scuola.
  • Quale la posizione dinanzi a visioni diverse delle differenze sessuali o di genere tra gli uomini.
  • Se sia perseguita la valorizzazione della dignità della persona anche attraverso il lavoro e rifuggendo dalla deresponsabilizzazione attraverso una falsa
    solidarietà.
  • Quale la adesione ad un totale rispetto della libertà della Persona in tutte le sue manifestazioni. Quindi se sussista o no il rifiuto di una collettività divenuta essa stessa Persona, invadente, paternalistica, totalitaria e autoritaria, fattasi Fine a fronte dell’Uomo scaduto invece a semplice mezzo della realizzazione di una anima collettiva, manifestazione, incarnazione e realizzazione dello Spirito oggettivo dell’uomo. Una collettività che si incarna nel diritto, nell’etica, nella morale sino a farsi essa portatrice della Verità e a proclamarla attraverso asserzioni politicamente corrette, strumenti giuridici
    illiberali, repressione del pensiero diverso e della espressione di esso, controllo dell’educazione e della comunicazione di massa.
  • Quale sia il valore attribuito alla vita umana, nei momenti essenziali della nascita della vita e della morte.
  • Quale sia la consapevolezza dei danni causati alle persone che pure si è ansiosi di aiutare, colpevolmente ignorando regole, norme, divieti solo apparentemente crudeli ma finalizzati invece a stimolare, favorire e supportare l’emancipazione personale degli esclusi ed emarginati. Molte altre domande potremmo porci, e ciascuno di noi se le deve porre anche in relazione alla propria sensibilità e alle proprie esperienze di vita. Ciò implica una scelta, comparando e soppesando la rilevanza dei Valori e dei Principi che professiamo e vediamo accolti o obliterati. Scelta difficile, nella quale ci può aiutare la considerazione che i Valori e i Principi veri la cui presenza è da ricercare sono quelli conservati nella tradizione della Chiesa, in quel depositum fidei, unico patrimonio di tutte le verità, sia in ordine alla conoscenza che al comportamento, insegnate agli Apostoli da Gesù, e da questi trasmesse al collegio dei Vescovi presieduto dal Papa i quali in nessun modo lo possono cambiare, pena l’apostasia. La conservazione del Patrimonio è il compito precipuo della Chiesa e anche i cristiani sono chiamati a tale attività. Guidati dal Vangelo e dall’ispirazione dello Spirito Santo essi devono individuare, comprendere e soprattutto conservare i Valori e Principi irrinunciabili maturatisi nel passato perché essi continuino a guidare il futuro. Lo spirito conservatore, infatti, come atteggiamento personale e parametro di una filosofia di vita, luigi dall’essere reazionario e codino, è invece progressista e moderno, perché assume, e appunto conserva, i Valori e Principi immutabili per trasmetterli, rammodernati in ciò che è solo orpello o incrostazione storica, alle generazioni future. Il conservatore persegue un mondo nuovo, però illuminato della medesima luce spirituale, sia nella città terrena sia nella città celeste.

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